Le Castraure di S. Erasmo
“Castraùre”
un nome dal suono strano per chi non le conosce, una delizia indimenticabile per chi ha avuto la fortuna di assaggiarle: sono i boccioli della prima fioritura del carciofo di Sant’Erasmo, i veri gioielli di una pianta già di per sé pregiata e rinomata.
Ciò che li rende così speciali è la consistenza tenerissima e carnosa che si cela dietro le spine appuntite delle brattee dal tipico colore viola scuro, il sapore deciso e vellutato che non ti aspetteresti dietro ad un profumo tutto sommato delicato. Ma a renderli così ricercati è la stagionalità che li contraddistingue: è brevissima, dura solo un mese!
E pensare che dietro a queste prelibatezze dalla forma allungata si nasconde un passato tutt’altro che regale: i terreni su cui crescono, quelli argillosi, ben drenati e con una salinità molto alta dell’ Isola di Sant’Erasmo, l’”Orto dei Veneziani”, una volta erano infatti concimati addirittura con le “scoasse” (la spazzatura, in veneziano) oppure con conchiglie e gusci dei granchi, che servivano per correggere l’acidità dei terreni!
Il loro valore era però indubbio fin da allora, tanto che proteggere le piantine dal forte vento di bora si tiravano su le “motte”, piccoli cumuli di terreno, dalla parte rivolta verso il mare.
Le Castraùre, insomma, sono davvero una specialità in pieno stile QuBe!